Mah, devo dire che ci ho sperato, i miei 25 capodanni passati, a cambiare decisamente qualcosa.
Ad essere meno estroversa, per esempio, qualità che non da tutti è apprezzata. Però non piacciono neanche quelle troppo tranquille. Dovrei capire qual è la giusta via di mezzo e come ottenerla. Devo cercare di capire, almeno secondo le insegnanti, se esiste un algoritmo di calcolo in base a quante volte si deve alzare la mano. 5 è giusto, da 6 in su sei troppo esuberante ed estroversa, sotto i 4 sei una musona. Non sarebbe più facile?
Da gennaio dieta, quante volte l’ho detto? Oramai la dieta è la mia cifra stilistica, manco ci penso più. Ci ritorno, come un tossico alla sua dose. Nonostante non abbia esagerato, nonostante una gastroenterite con 5 giorni di dieta in bianco tra l’altro a cavallo di capodanno, ho preso oltre due kg. Mavaff.
Poi: faccio sport. Devo dire che, a parte qualche basso dovuto alla situazione di Tippete, dove non avevo neanche le pause pranzo, e le malattie, per il resto sono sempre andata a camminare. Nelle vacanze mi sono detta: al mare vado TUTTI i giorni. Ci sono andata 3 mattine, poi il virus gastrointestinale mi ha sorpreso e niente, 5 giorni buttati. Alla fine ero morta, poi pioveva insomma, finiti i sogni di gloria. Ma ieri ci sono riandata, e ho migliorato le mie performances.
Cambiare il mio atteggiamento quando litigo col Tato? Si, dovrei, ma ehm, non ce la faccio, però è il mio buon proposito dell’anno.
Soprattutto l’anno vecchio mi ha regalato due grandi delusioni. Una media e una enorme.
La media: col mio capo ci lavoro da quasi 5 anni. Non dico che sia un amico, però c’era un buon rapporto. Mi hanno cambiato di capo e di gruppo (probabilmente ci venderanno) e lui che fa? Neanche un ciao, crepa, in bocca al lupo, a te e famiglia… Niente. Molto delusa, si!
La enorme: ho un amico (gay) da 5 anni, da quando ho fatto il TFA. Prima non mi ero mai imbattuta in gay e lesbiche, in effetti difficilmente bazzicano in oratorio, ma in quell’anno i miei compagni preferiti erano due gay e una lesbica. Poiché non ho pregiudizi, questo mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti e ho scoperto/imparato molte cose. Sono persone con cui sono stata molto bene assieme. Uno, S, però l’ho perso di vista subito, perché è molto orso. C. è pure molto chiusa e poi si è trasferita nella sua terra natale. F. si è trasferito a nella mia città ed è stato bello perché ci siamo visti spesso. Però ovviamente loro non hanno figli, io si, loro insegnano e hanno decisamente più tempo libero, io no, quindi è sempre stato difficile trovare occasioni per uscire. Sono sempre io quella che lo chiamava, che lo messaggiava ecc, ma mi faceva piacere. Vuoi perché è lui uomo, spesso ero io a cercarlo. Quando si è separato dal compagno di una vita l’ho chiamato tantissimo, anzi aveva riconosciuto che meno male che c’ero stata io, che i suoi amici non si era fatto sentire nessuno.
Spesso siamo usciti a cena, a volte anche coi bambini, ma io vorrei godermi la cena e con loro è impossibile.
L’ultima cena è stata in luglio, quando i bambini non c’erano.
Poi ci ha inviato fuori ad Agosto, ma eravamo in vacanza. A settembre avevamo organizzato, mia sorella avrebbe tenuto i bambini, ma poi Tippete ha avuto la febbre e vomitato e non siamo usciti, quindi un’oretta prima l’abbiamo chiamato per disdire. Ah, si, un paio di volte l’ho inviato a cena da noi, con il nuovo compagno, per evitare di uscire coi bambini. Lui non ci ha mai invitato una volta, ma vabbé, pace.
Poi non lo sento, gli scrivo e non risponde. A Natale vedo che si toglie dal gruppo che ha fatto con mio marito e me.
Allora gli mando uno stupido sms di buon anno (io li odio e lui pure) e poi gli dico che potrebbe anche rispondere. Allora parte una filippica che le ultime tre volte io gli ho tirato il pacco per uscire e che.. ma è meglio riportare la conversazione, via.
Sto bene, grazie.
Ma no, non risponderò ai tuoi auguri di buon anno. Perché sono di circostanza. E se mi conosci almeno un po’, sai bene che disprezzo luoghi comuni, frasi di circostanza e comportamenti socialmente strutturati ma vacui.
Le persone valgono per quello che fanno (o non fanno), non per quello che dicono o pensano. Disprezzo anche questo del perbenismo.
Ti prego di smetterla di sottolineare anche indirettamente la mia asocialità con il tuo “Non rispondi neanche più”. non è asocialità. C’è un motivo. Anzi tre.
Tre. Tre volte in cui i miei inviti a vederci sono stati rimbalzati. Tre. Credo siano sufficienti. Non sono il tipo da andare in giro a pietire la compagnia. Evidentemente le nostre priorità non collimano più. Me ne farò una ragione, come me ne sono fatta una ragione per altre persone. E’ chiaro che la mia compagnia è sussidiaria o secondaria o comunque corollaria a tante altre cose.
Se nell’arco di un anno o quasi dall’altra parte non c’è nemmeno il vano tentativo di organizzare un’occasione per vedersi dopo che mie tre proposte sono state snobbate, mi chiedo quale senso abbia continuare a intrattenere un rapporto. Scambiarci cartoline colorate per il Natale non rientra fra le mie opzioni.
Addirittura nell’ultima occasione da te cancellata all’ultimo minuto mi hai snocciolato una grammatica angolare di tutti gli impegni che ti avrebbero accalappiato da lì a una settimana a venire. E quelli non li potevi cancellare. E anche lì, naturalmente, la palla l’hai fatta rimbalzare a me: “E tu quando sei libero?”. Io sono libero ogni volta che voglio vedere i miei amici. Io sono libero ogni volta che cancello gli appuntamenti o le cose da fare o i cazzi miei per i miei amici. Io sono libero ogni volta che voglio essere libero per i miei amici. Credo che in quell’occasione il messaggio e le intenzioni siano state chiarissime e incontrovertibili.
Quindi, no, non ti auguro buon anno. E per carità, non ti auguro nemmeno un cattivo anno perché di voi ho un bel ricordo. Sono stato bene con voi. Ma va bene così. Non c’è rancore. Solo una lucida e razionale presa di coscienza che il nostro rapporto è giunto al capolinea. Non so come altro dirlo.
Non saranno certo gli auguri di buon anno a sanare quello che la volontà, or its lack thereof, non ha saputo tenere in cura durante tutto l’anno.
Questa la mia risposta:
Non mi riferivo di certo agli auguri, ovviamente. Ma agli altri messaggi. Quando ho disdetto avevo il figlio malato. Senza palle. E sono stata un mese in ospedale, ma non l’ho detto a nessuno, al di fuori del lavoro, perché mi dava fastidio. Tra fine settembre e ottobre. Quindi si, delle volte ho dovuto rimpallare i tuoi inviti. Non è vero che non ho voglia di vederti, perché solitamente sono sempre stata io a chiamare o messaggiarti. Ma i sabati sera sono sempre distrutta, e non vedo nessuno. Neanche amici con figli. Inizio al mattino presto tra compiti e mestieri. Aiuto due figli di amici in inglese, mia figlia deve essere portata ai suoi vari impegni. Poi c’è Tippete coi suoi impegni, feste ecc. Ah già. Tippete per cui tra novembre e dicembre siamo andati a fare delle terapie per tre settimane continuative tutti i giorni due ore al giorno. Ma avevo già fatto un mese di malattia, l’azienda licenzia, quindi ho fatto 8 ore di lavoro, senza pausa, poi un’ora tra andare a prendere Tippete , poi 2 ore di terapia. E io e il Tato in presenza. E la Bamby gelosa. Poi c’era da cucinare, lavare ecc. Direi che solitamente non rimane il tempo neanche x me stessa, ma ogni tanto qualche messaggio te l’ho mandato. Quindi anziché offenderti, magari una volta chiamavi tu, come ho fatto io quando non ti facevi vivo. E ti voglio/volevo bene lo stesso.
Per concludere l’anno, siamo tutti al mare col cagotto.
Buon anno a te e al compagno. Spero che sappia capire certe necessità, altrimenti pazienza. Ho perso tanta gente per strada, mi spiace perdere anche te, ma non riesco ad esserci più di così.
Questa la sua, tra l’altro oltre che stupida (paragonare un mese di ospedale, anzi due, con una vita di impegni) è anche codarda, perché puoi alzare quel caxxo di telefono:
Spero non crederai di essere l’unica ad avere una vita piena di cose, alcune importanti, altre vane, altre vitali.
Quanto dici non fa altro che confermare quanto ormai abbiamo priorità differenti.
Ora però basta. Credo che ci siamo detti quanto c’era da dirsi.
E io ho chiuso così:
Peccato, perché ti pensavo una persona più compassionevole e comprensiva, come sono stata io per te. Mi sa che mi sbagliavo. Buona vita!
Delle volte sono una pessima amica, ho poco tempo, a volte LVB non la sento per settimane, ma anche altre persone, però è così. Chi è genitore lo sa che coi figli il tempo non è più tuo. Questo non vuol dire che non ci si debba vedere più. Soprattutto per il fatto che, tra i due, sono stata sempre io a cercarlo ecc. Soprattutto perché, da adulti, i rapporti dovrebbero essere un po’ più elastici, non così chiusi. Mi hai rimbalzato tre volte…
Pazienza, come sempre sono un’inguaribile ingenua.
E’ che sono tra l’incazzato e il deluso e non riesco a farmela passare dopo 10 giorni… vabbé, pazienza. Mi passerà.